Randolph: Allora credi che se Winthorpe perdesse il lavoro, si metterebbe a derubare la gente per strada?
Mortimer: No, non credo che questo basterebbe per Winthorpe. Dovremmo aggiungere il peso di altre disgrazie sulle sue spalle. Se perdesse il lavoro, la casa, la fidanzata e gli amici. Se fosse disonorato, arrestato dalla polizia e gettato in una cella... sì, sono sicuro che sarebbe a suo agio nel mondo del crimine.
Forse avrete riconosciuto in queste battute la scommessa che funge da pretesto alle vicissitudini presentate dal film Una poltrona per due. Una coppia di uomini d'affari scombina le vite di un ricco fortunato e di un povero barbone per vedere come si comportano. Sono andato a ripescarle perché nel libro di Giobbe accade qualcosa di simile tra Dio e il Diavolo: in sostanza Satana sostiene che sia troppo facile essere un bravo fedele quando va tutto bene, per cui mette alla prova un povero israelita. Privato prima delle cose, poi dei familiari e della salute, Giobbe si sottomette alla volontà di Dio, visto che tutto il suo benessere comunque arrivava da Lui. Tre amici - Elifaz, Bildad e Zofar - vengono a confortarlo, ma in realtà sono più fastidiosi che altro, poiché sostengono che se Giobbe soffre è perché ha fatto qualcosa di peccaminoso per meritarselo. Egli non ci sta e difende senza cedimenti la sua innocenza. Come se non bastasse arriva un quarto, Elihu, a rincarare la dose: il male patito aiuta l'uomo a maturare. In questi dialoghi si inserisce per due volte anche Dio, che non difende se stesso ma cerca di far capire a Giobbe che la sapienza divina è così insondabile alle sue creature che non possono pretendere di capirne tutto il senso.
Il libro di Giobbe è a buon merito un testo universale e sempre attuale, perché la sofferenza umana e il dolore innocente non chiedono le generalità o i documenti prima di colpire. A dir la verità la parte centrale dell'opera è lunghetta e ripetitiva, però la fede perseverante del protagonista è ammirevole. Nel finale il male si muta in un bene più grande e il giusto sofferente viene riscattato dal suo redentore.
Il libro di Giobbe è a buon merito un testo universale e sempre attuale, perché la sofferenza umana e il dolore innocente non chiedono le generalità o i documenti prima di colpire. A dir la verità la parte centrale dell'opera è lunghetta e ripetitiva, però la fede perseverante del protagonista è ammirevole. Nel finale il male si muta in un bene più grande e il giusto sofferente viene riscattato dal suo redentore.
1 commento:
Povero Giobbe! Devo ammettere che gli amici che non sono di conforto mi ricordavo gli assilli durante la gravidanza...
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